LUNGO I GIORNI

IV di Avvento c
Visitazione

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PER LE COSE GRANDI POSSONO BASTARE PAROLE SEMPLICI
Maria ed Elisabetta sull’uscio di casa ascoltano la voce che viene dal grembo. C’è un segno anche nel loro corpo, un segno nella carne. Sono abitate da qualcosa di grande! La visitazione è stata come una pentecoste, un flusso dello Spirito, una pentecoste non in chissà quali spazi sacri o in forza di chissà quali riti o preghiere, semplicemente per uno scambio di saluti, per un sussultare dei corpi. Infatti è scritto: «Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo». E chi ce lo ha mai insegnato che a propiziare la discesa dello spirito possono bastare parole semplici di saluto, o può bastare uno sfiorarsi di corpi, quasi un rito laico, il rito del saluto, il rito dell’abbraccio, sull’uscio di casa?
(Angelo Casati)


Questo Vangelo celebra la straordinaria capacità di Maria di trasformare immediatamente in Carità l’esperienza della fede che le ha messo nel grembo il Figlio di Dio. Maria non rimane chiusa in un’esperienza così immensa come quella dell’annunciazione, ma sente il bisogno profondo di trasformare l’incontro con il Verbo che si è fatto carne in lei, in amore fatto carne intorno a lei.
Questo è il motivo per cui non ha paura di iniziare un viaggio non facile: “In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda”. Ma è anche il Vangelo della gioia, perché l’effetto immediato che Maria ottiene da quel suo gesto è una provocazione di gioia che contamina tutti, persino Giovanni Battista nel grembo della madre.
(Don Luigi Maria Epicoco)

In questo spazio desideriamo condividere con voi riflessioni, notizie, esperienze che si intersecano con la nostra vita.

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